La lettera dei Librai Edison a Carlo Feltrinelli
“Gentilissimo Carlo Feltrinelli, abbiamo deciso di scriverle questa lettera, sintesi delle nostre riflessioni sugli ultimi fatti accaduti a Firenze quest’anno, avvenimenti che ci riguardano da vicino e di cui lei è certamente a conoscenza. La sua immobiliare, EFFECOM, ha acquisito alcuni anni fa la società che gestiva l’affitto della Libreria Edison, non rinnovando poi il contratto di locazione. Nessuno vuol criticare metodi e strategie per sviluppare la rete di vendita e finalizzati alla realizzazione di più utili, ma vorremmo che il tutto avvenisse secondo criteri di sostenibilità – per tutti – e nel rispetto dell’Altro. Altro, che è il lettore, il quale preferirebbe godere di un mercato in cui ci sia possibilità di reale concorrenza invece che di un regime di monopolio; Altro, che oggi è il giovane disoccupato, l’esodato “forneriano”, l’operaio cassaintegrato; Altro, che siamo noi, librai senza più lavoro di una libreria che era un posto davvero speciale, un punto di incontro e di scambio. E che fosse speciale ce lo hanno dimostrato i Fiorentini con le loro quarantamila firme a difesa del vincolo culturale sull’immobile. L’Altro è soprattutto la sofferenza delle diversità e delle pluralità possibili senza dignitoso futuro. Ma l’Altro riguarda anche lei. I libri e gli autori della straordinaria casa editrice Giangiacomo Feltrinelli si sono occupati dell’Altro. Che cosa hanno scritto autori come Foucault, Baudrillard, Deleuze e tanti altri se non parole per illuminare sullo stato e sull’ordine sociale imposto sull’Altro dalle diverse forme di potere repressivo? La Feltrinelli, in piazza della Repubblica, potrebbe gestire una libreria di grande futuro, direttamente o in altre forme, anche con l’aiuto della nostra esperienza, recuperando la sua immagine nella nostra città. Crediamo che una libreria in quei locali possa ancora vivere e con nuove idee anche migliorare. Ecco, vorremmo discutere con lei di NOI che in questo momento rappresentiamo un “ALTRO” dei tanti possibili Altro che esistono in questa assurda liquida società. Può farlo per noi, che ancora amiamo IL LIBRO, può farlo per i suoi autori e per i loro lettori. Di una cosa siamo certi: gliene sarebbero tutti molto grati.
Grazie I librai Edison”‘
Vi scrivo queste veloci due righe dopo aver letto sia la lettera dei librai Edison sia la tua testimonianza nella mailinglist sulla giornata di ieri. Premetto la massima solidarietà ai lavoratori Edison ed alle loro famiglie, e sottolineato che, in questi casi, come sempre, la priorità va alla salvaguardia dei posti di lavoro. In ogni modo. Però, poi, voglio anche dirvi, anche per esperienza personale, che la Edison non chiude (solo) per colpa della Feltrinelli, ma per l’insensatezza delle politiche del gruppo. Già condannato per bancarotta fraudolenta, allontanato da Bologna per i fatti di ‘Sala Borsa’, il gruppo che fa capo a Stefano Bellentani risulta aver avuto serie difficltà già nell’estate del 2011. Ecco, vorrei che in questo frangente, con l’onestà che ci dobbiamo tra chi, come noi, pensa che un mondo migliore sia sempre possibile, non si perdesse di vista -anche attraverso il ns. Giornale- che in questo caso ai lavoratori tocca pagare il prezzo non solo e non tanto del ‘monopolio’ Feltrinelli, ma anche (soprattutto?) di una proprietà che si è dimostrata quantomeno poco accorta. Per inciso Bellentani è lo stesso che pochi mesi fa ha chiuso la Martelli (da lui acquistata dopo il fallimento Marzocco), senza nemmeno bisogno di un ‘intervento’ della Feltrinelli. Quindi: massima solidarietà ai lavoratori, ma anche da parte loro mi piacerebbe che venisse detto qualcosa di più sulla proprietà del gruppo Edison e le sue politiche deficitarie.
Scusate lo sfogo, un lettore ben informato