Clara e Balù: “Da noi troverete un giornale senza padroni”

STORIA DI DUE DIFFUSORI: CLARA E BALÙ

Clara e Raffaele (Balù) sono l’unica famiglia di Fuori Binario, diffondono da quando erano in attesa del loro primo figlio. Sono ben 15 anni che li trovate a distribuire in città e oltre, impegnati da sempre nella militanza a favore dei diritti di tutti, ma sopratutto degli ultimi. Lascio a loro raccontare l’esperienza vissuta con il giornale in tutti questi anni.

Balù e Clara

Un saluto cari compagni della redazione di Fuori Binario, siamo Raffaele (Balù) e Clara.

È molto che collaboriamo con il giornale per redigerlo e per diffonderlo, da quando aspettavamo il nostro primo figlio Paolo che è nato nel 2008, proseguendo anche quando stava arrivando la bambina, Yamuna, nel 2011. Il nostro giornale compie 27 anni a giugno e bisogna dire che è un’esperienza prolifica sin dai primi anni trovando un terreno adatto, seminando ciò che nel tempo abbiamo raccolto insieme. Questo nell’ordine dell’autogestione, dell’autofinanziamento e dell’autoproduzione, creando un giornale senza censure, senza padroni, senza pubblicità, si scoprono sempre delle persone nuove perché libere di esprimere i loro pensieri senza paura,in un canale d’informazione indipendente, quello che ci voleva in un mondo che ci spingeva ad essere più soli e distanti.

Abbiamo voluto relazionarci e sappiamo che c’è una sola verità e che al solo ricordarla molte persone aprono le orecchie, c’è voluto molto lavoro in realtà per riacquistare voce e chi più ne ha più ne metta, per un’umanità pronta a riceverci. Abbiamo incontrato una Firenze nuova, persone pronte a rispondere, pronte ad agire contro un muro invisibile che voleva dividerci, annullarci, spegnendo la nostra natura che ci vuole uniti in una società solidale, vivi in una comunità intenta a interagire in una rete di relazioni dedite al mutuo soccorso perché a dire il vero tutti abbiamo bisogno degli altri, e se oggi io ti ho aiutato, domani potresti essere tu ad aiutarmi.

D’altronde come potevamo prodigarci da soli in un’avventura così grande per arrivare ad essere finalmente tutti uguali e capire tante cose sulle differenze, che alla fine non esistono, aumentando il bagaglio di ognuno di noi in meglio nella prospettiva più efficace per un via d’uscita. Sì, comunque è stata anche molto dura, sentiamo parlare sempre più spesso di odio e razzismo, ma noi abbiamo continuato imperterriti con il nostro giornale, l’unico a essere così pieno di colore. Che riesce a far riflettere e sensibilizzare, a far prendere coscienza veramente… è allora che ci siamo riversati in molti, sempre di più, in piazza e in strada a manifestare per ricordare che non eravamo sconfitti, ma sempre pronti a lottare per l’autodeterminazione, rifiutando senza remore il razzismo imposto dal falso potere del denaro e da chi cerca di comandare le nostre vite senza sapere nulla.

Ma cos’è una città senza uomini? Bisognerebbe pensare prima a loro e poi a tutto il resto. Dall’inizio della nostra esperienza ad ora qualcosa è cambiato e ci sono stati dei progressi, il che significa che questa esperienza è stata utile. Siamo persone originali e crediamo che ce la faremo solo così, rimanendo uniti. Ciò che vogliamo instaurare è una cosa che non è ancora mai avvenuta nel corso della storia, ma avverrà, una novità in pratica. Dando un’anticipazione, intravediamo una realtà dove tutti possono comunicare liberamente e con parità di diritti, nel diritto fondamentale dell’individuo garantito per tutti senza nessuna distinzione per sesso, età, religione, provenienza, in pratica la cittadinanza a pieno titolo per tutti. Siamo sempre più convinti, continuiamo a stare insieme seguendo le vicende che accadono con un senso critico comune affinché non ci sfugga nessun aspetto da valutare.

Hasta la victoria siempre!

(testo raccolto da Roberto Pelozzi)

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