Azionariato popolare per l’ex GKN

Campagna per i soci finanziatori della cooperativa. Obiettivo 1 milione

Nel silenzio assordante delle istituzioni e del capitale, gli operai dell’ex-GKN compiono un altro ambizioso passo verso la reindustrializzazione dal basso. A metà settembre la cooperativa Gff, costituita nel luglio scorso dai primi 14 soci fondatori, ha emesso azioni per un milione di euro, con l’obiettivo di venderle a soci finanziatori grandi e piccoli: cittadinanza locale, associazioni, singoli lavoratori e lavoratrici, delegati sindacali, movimenti, a partire da quello internazionale per il clima. Il piano industriale infatti è interamente sostenibile: pannelli solari di ultima generazione, senza l’utilizzo di litio, cobalto e terre rare e cargo bike, ossia le bici per il trasporto merci, il cui mercato è in continua espansione, soprattutto in nord Europa. Le azioni emesse, chiamate “pacchetto solidale” serviranno a finanziare questi progetti, nel momento in cui la cooperativa diventerà effettivamente operativa. E ancora una volta l’ex- GKN diventa il teatro di un esperimento sociale unico nel suo genere: una realtà produttiva controllata non solo dai lavoratori ma da tutta la comunità che ha abbracciato la fabbrica. “I lavoratori, il territorio, le competenze solidali, i movimenti climatici e sociali, hanno difeso la fabbrica prima dalla speculazione finanziaria, oggi dal rischio della speculazione immobiliare – spiega la RSU ex-GKN – questa resistenza si è fatta progetto. Ha partorito un piano di reindustrializzazione dal basso, con l’obiettivo di ridare al territorio i posti di lavoro bruciati, creare una fabbrica socialmente integrata al servizio della collettività che l’ha difesa, ripartire con produzioni ecologicamente avanzate, con una struttura di controllo e decisione cooperativa e socialmente avanzata, con una comunità solidale e basata sul mutuo aiuto reciproco”.

La campagna 100 per 10.000

Lo slogan scelto per promuovere la vendita del pacchetto solidale di azioni può stare sia per 100 soci finanziatori da 10.000 euro che per 10.000 soci da 100 euro, ma la sostanza resta la stessa: controllo sociale e operaio della produzione. È questo l’esperimento unico nel suo genere, far sedere nella stessa assemblea soggetti diversi: gli operai che hanno rilevato la fabbrica così come il singolo cittadino, la grande associazione come la comunità energetica, il movimento climatico internazionale come i circoli Arci, oppure, perché no, qualche istituzione che magari deciderà di aderire. Una sfida sociale che in qualche modo è già stata avviata con la costituzione della società operaia di mutuo soccorso Insorgiamo, che sarà il principale finanziatore della cooperativa, composta da operai della fabbrica e dal territorio che l’ha difesa.

Quanti piani industriali per l’ex-GKN?

La storia, in sostanza, è andata così. Il capitale privato è scappato e si è costruito dal basso il primo piano industriale, il polo pubblico della mobilità sostenibile, destinato agli autobus e che avrebbe dovuto essere finanziato dallo stato, che però non si è mosso. È arrivato un nuovo proprietario che ha fatto tanti annunci senza presentare niente di concreto e si è tornati a costruire piani industriali dal basso: pannelli solari e cargo bike, di cui un prototipo gira già per le vie di Firenze con la cooperativa Robin Food. I tavoli ministeriali sono spariti dai radar e, a parte qualche annuncio estivo della Regione Toscana, siamo arrivati all’autunno e di far ripartire la fabbrica non se ne parla. Allora non resta che andare avanti dandogli gambe a questi progetti: si costituisce il primo embrione della cooperativa di lavoratori e si emettono le prime azioni per cercare soci finanziatori. 

“La fabbrica produceva semiassi – si legge sui canali social del collettivo – e potrebbe tornare a produrli. Ma avete giocato con il concetto di reindustrializzazione per cuocerci a fuoco lento e confondere tutta la popolazione. Sapete cosa? Ora decidiamo noi come reindustrializzare. La vogliamo socialmente ed ecologicamente avanzata. E ogni pannello solare, ogni cargo bike prodotto da questa fabbrica, sarà il segno tangibile, inequivocabile che qua “loro” hanno perso. Per questo faranno di tutto per fermarci. Ogni giorno diventa più difficile. Spicchiamo il volo ora o cadiamo”. Tutte le informazioni per aderire su www.insorgiamo.org.

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