Mamadih si è affermato come artista in Italia dopo esserci giunto come rifugiato politico. Il signor Giovanni (nome di fantasia) da qualche anno lascia la sua abitazione in una città del Nord Italia per dedicarsi alla pulizia di una piazza di una città del Sud. Queste sono solo due di centinaia di storie che si potrebbero raccontare a partire dal luogo dove sono iniziate: Mesagne, una cittadina della provincia di Brindisi, in Puglia.
“Le politiche sociali sono state sempre il cuore della nostra azione” dice a Fuori Binario il sindaco Toni Matarrelli, eletto nel 2019, “ed è una scelta resa oggi ancora più urgente e necessaria dal depotenziamento del reddito di cittadinanza”. Il Comune di Mesagne, infatti, ha avviato il progetto includiAMOci che attiva dei Tirocini di inclusione sociale quale misura di contrasto all’indigenza e all’esclusione sociale. Si tratta di una misura di supporto al reddito (500 euro) a cui possono accedere tutti i residenti del comune con un Isee inferiore a 9.300 euro, con l’impegno di 3-4 ore al giorno in lavori di supporto all’amministrazione, o di cura del territorio, o di pulizia di ambienti comunali. La misura è finanziata interamente con fondi comunali. È questa la volontà politica che sta dietro le storie di Mamadih e del signor Giovanni.
Negli anni, Mesagne ha dovuto far fronte ad un aumento della povertà in seguito alla crisi economica da cui non siamo ancora usciti; a questo si sono aggiunti rifugiati politici e immigrati arrivati in città con diversi programmi di accoglienza. L’assessora Annamaria Scalera ci tiene a puntualizzare che i Tirocini non forniscono solo un supporto economico, ma vogliono soprattutto inserire, o re-inserire, i beneficiari nel tessuto cittadino. “Molti di quelli che hanno avuto accesso ai tirocini” ci spiega, “vivono condizioni di marginalità di varia natura: dipendenze, sradicamento, contesti famigliari fragili. A queste persone non basta ricevere un sussidio economico. Qualcuno percepiva già il reddito di cittadinanza. Queste persone chiedevano di potersi sentire utili, che gli venisse riconosciuto una funzione da cui tutta la comunità potesse trarre beneficio”.
Il sindaco Matarrelli riconosce che ormai gli enti locali, ed in particolare i Comuni, sono l’unica interfaccia disponibile ai cittadini con l’amministrazione pubblica. Il Governo e il Parlamento sono entità quasi astratte, irraggiungibili, ancora più distaccate dai territori in seguito a dei meccanismi elettorali che prescindono dalle comunità degli elettori. “Il cittadino in difficoltà viene a bussare alle porte dell’amministrazione. Io e la mia giunta abbiamo voluto fin da subito dare risposte a queste richieste”.
Da dove prendete i soldi, sindaco? “I soldi ci sono, non sono tanti, ma ci sono. Ci sono in ogni comune. Spetta all’amministrazione decidere come devono essere usati. A Mesagne abbiamo attivato i tirocini chiedendo in cambio lo svolgimento di lavori utili alla comunità. Abbiamo dei tirocinanti che accompagnano gli scolari sugli autobus che li portano a scuola: i ragazzi li riconoscono e si fidano di loro. Il guadagno in autostima di queste persone giustifica qualsiasi investimento economico dell’amministrazione”.
“Abbiamo affiancato i nostri contributi al Reddito di Cittadinanza finché questo è esistito” ci chiarisce ancora l’assessora Scalera. “Abbiamo chiesto anche ai percettori del RdC di partecipare in attività utili per il Comune, con un riscontro soddisfacente. La fortissima riduzione, chiamiamola pure abolizione, del RdC ha rigettato nell’indigenza molte persone, che ora fanno la fila presso gli sportelli del comune. Inoltre, ha reso estremamente difficile ottemperare a tutte quelle funzioni di supporto e di cura del territorio che erano veramente un aiuto per il comune e per la città”.
Il Comune di Mesagne è partner anche di diversi progetti europei che sperimentano e si confrontano sui temi della povertà e dell’esclusione sociale. Assessora Scalera, cosa possiamo imparare dalle esperienze all’estero? “L’Italia deve risolvere il problema dell’accesso e del mantenimento del lavoro. Purtroppo, la povertà e l’esclusione si presentano ovunque, anche nelle società più ricche della nostra. Ma l’Italia si distingue dal resto d’Europa per la rigidità di un mercato del lavoro che espone tutti, ricchi e non, ad un rischio reale di povertà”.
Da Fuori Binario, novembre 2023