Una spiaggia libera e solidale

È quella sotto il Castel Sonnino, “occupata” e autogestita dagli anni Settanta. Un modo diverso di vivere il mare, senza comodità ma a contatto con la natura

Il Castel Sonnino è un’imponente costruzione a picco su una roccia alla fine della scogliera del Romito. Al di sotto storicamente villeggiano dei bagnanti sin dagli anni ‘70. Si trova sul versante sud di Livorno, prima di arrivare a Quercianella dalla strada SS1 Aurelia. Si deve saltare da un muretto, giù veloce per un ripido sentiero boschivo che discende dalle colline per tuffarsi direttamente in mare.

C’è un via vai continuo di persone, un saliscendi piuttosto impegnativo e faticoso, ma che ripaga per la bellezza della caletta e la vista magnifica, la particolare ospitalità del luogo, il senso di amicizia caratteristico. Emiliano Chiellini detto Togo è un frequentatore di sempre e si occupa anche della salvaguardia del posto. Sulla spiaggetta libera si trova un tendone che ripara dal sole, arrivano molti viaggiatori; di notte spesso ci sono delle tende e un falò acceso, la mattina presto va rismontato tutto entro le 10. Sono capitati là anche alcuni senza casa, nonostante abbiano vissuto in condizioni proibitive perché senza acqua, senza un riparo nel caso pioggia e sotto le stelle.

Ma grazie all’accoglienza e alla solidarietà che non sono mai mancate a chi va al mare, lì si sta molto meglio che in strada (magari per Ferragosto). Anche diversi di noi di Fuori Binario abbiamo frequentato il luogo. Per l’aspetto ecologico la prima cosa è non gettare i rifiuti in terra e non abbandonare i sacchi con la spazzatura prima dalla risalita del ritorno, una pratica che aiuta a ritrovare e mantenere uno stile di vita eco-compatibile: ma quando incontri una rete di comunità sostenibile come nel caso della costa protetta di Castel Sonnino ti rendi conto che è possibile davvero.

C’è anche chi pratica la pesca amatoriale, ma attualmente con molta più attenzione rispetto al passato, perché come in tutto il mare in genere si osserva un impoverimento della fauna ittica, da tutelare e salvaguardare. Da anni è guerra aperta ai natanti che ormeggiano di fronte: vengono contestati con urli e grida, perché i motori disturbano la pace di tutti, anche di flora e fauna. I cani sono benvenuti, purché sotto la guida e il controllo dei loro padroni.

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