Vi vogliamo bene

C’è chi si finge padrone di spazi non suoi per sentirsi forte coi deboli. A noi basta la strada di tutti dove fare il nostro mestiere libero e gentile

Oggi affronterò un altro giorno da diffusore, chi mi voleva e chi no, ma sono qua. In questi giorni il cielo è più pulito e le giornate sono più calde e lunghe. Abbiamo tutti modo di sfruttare il tempo al meglio, anche se a maniche corte si vedono i tatuaggi da galeotto sulle braccia e alla brina si è sostituito il sudore. Bada che persona ganza è questa che distribuisce Fuori Binario! Quando vedono noi diffusori in piazza le persone si complimentano. Oggi non piove, picchia il sole. La piazza ribolle del clima semi tropicale che la nostra epoca ha ereditato.

Così, mentre distribuisco il giornale, sento il bisogno di una pausa, il tempo di tirare il fiato attraverso una sigaretta; ma guai a ripararsi all’ombra del supermercato (che platealmente è prima donna e davanti al quale la gente, sorridendo, pesca la rivista dalle mie mani)! Perché il Direttore del negozio pretende Suo tutto lo spazio che al catasto è giardino pubblico ed è stata definito “Terza Piazza” di Firenze. Ingordigia. Se gli dai un braccio vuole succhiarti l’unghia dell’alluce. Alcuni hanno bisogno di gareggiare con i deboli per sentirsi forti, ma ben vengano… abbiamo mani grandi da stringere. Noi invece non possiamo pretendere, chiediamo con dolcezza e gentilmente. Scivoliamo tra sguardi e sorrisi, sentimenti e incomprensioni, carrelli per la spesa e piccole intese. Ecco il nocciolo della questione. Cosa volete farci? Noi non possiamo fare a meno di questa strada, di queste vie: qui si vive, qui è l’amore, qui ci siamo conosciuti e siamo cresciuti. C’è un soffio di libertà in questo “mestiere”.

Non credo nel capitalismo e non mi definirei “libero professionista”. Ho piuttosto l’occasione di poter disporre del mio tempo e delle mie passioni; delle mie idee. Cosa si può fare nei nostri confronti? Minacce? Perseguirci? Cosa abbiamo noi che fa invidia a chi guarda con disprezzo? Cosa abbiamo noi che suscitiamo conflitti che non ci appartengono? Da dove viene e come si forma questa comunità che spunta agli angoli delle strade e affronta la giornata armata solo di giornali e buona volontà? Chi glielo fa fare e perché? Cos’è che ci fa accogliere lo sguardo indispettito delle vostre iridi acquose con un allegro “buongiorno”? Sorelle e fratelli, veniamo in pace, non abbiate paura. Noi vi vogliamo bene. La città resta a bocca aperta davanti a queste storie, ma nessuno può nascondersi perché noi siamo ovunque e, ovunque siamo, portiamo questo ideale che ci conforta. Uno dopo l’altro i miei ragazzi di strada si fanno avanti.

Il comune finge solidarietà, mentre noi promuoviamo solo quel che siamo. Facciamo scuola per gente che si strozza perché non sa pronunciare quel che legge nonostante voglia insegnare a campare al prossimo. Siamo stati gentili e anche troppo. Adesso siamo alla resa. Come Villa lanciava la sua cavalleria in Messico, ecco parole che ti piovono addosso come grandine, signor Direttore, e la tua trincea è rovinata. Ripariamo come Zapata nella nostra zona, signor Direttore, non puoi entrare, è la nostra sierra, il mio quartiere, la Nostra storia. Anche tu, ora, sei Fuori Binario.

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2 commenti su “Vi vogliamo bene”

  1. [..] Alcuni hanno bisogno di gareggiare con i deboli per sentirsi forti [..]
    Tipico dei perdenti

    [..] ma ben vengano… abbiamo mani grandi da stringere [..]

    Ben detto, bravo Fraska 🥇

    1. Francesco Martinelli

      Grazie Francesco, sono contento che le parole nate tra l’asfalto riescono a germogliare fino ad arrivare al lettore nonostante le mie insicurezze. Una grande soddisfazione personale e, col tempo, vedo rivelarsi corrette le intuizioni avute. Sempre più persone si avvicinano al giornale sia come lettori che diffusori. Qualcosa vorrà dire…

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