I nostri cugini giornali di strada

La proposta di Fuori Binario: ci incontriamo per il nostro trentennale?

Fuori Binario a Firenze è una realtà conosciuta e consolidata. Apprezzato da molti, il nostro giornale di strada ci lega e ci riporta nella Firenze del 1994 quando alcune persone generose e lungimiranti – dei benemeriti – decisero di avviare questa interessante e bella esperienza

Quanti sono i Giornali di strada?

Ma quanti giornali di strada sono presenti in Italia? Quanti sono i cugini di Fuori Binario nati per fare informazione dal basso e per creare lavoro e reddito per persone in difficoltà?

Cercando e chiedendo ho scoperto una nutrita e variopinta schiera di street newspapers. I giornali di strada sono molti. Testate ancora presenti e testate che hanno cessato o sospeso le pubblicazioni. Testate presenti in tutte le latitudini d’Italia, giornali attivi e altri che stentano e fanno fatica, alcune artigianali, altre addirittura in carta patinata. Insomma un panorama variegato e articolato, ricco di ispirazione, esperienze e proposte.

Il periodico con più anzianità è Piazza Grande, nato nel 1993. È un mensile edito a Bologna dall’associazione Amici di Piazza Grande. È scritto da senza dimora e opera per diffondere e sensibilizzare sui temi dell’esclusione sociale, mostrando il punto di vista degli esclusi. Il loro motto è “Tendere un giornale è meglio che tendere una mano”.

A Milano invece è diffuso Scarp de’ tenis, edito dalla Cooperativa Oltre promossa dalla Caritas Ambrosiana. Scarp de’ tenis è un giornale e un progetto sociale rivolto ai senza dimora e alle persone in situazione di disagio personale o che soffrono forme di esclusione sociale. Il giornale propone l’attività di diffusione della testata per integrare il reddito ma soprattutto per incentivare la riconquista dell’autostima.

A Roma abbiamo l’Osservatore di strada, il giornale di strada della Santa Sede, in vendita a offerta libera la domenica in occasione dell’Angelus in Piazza San Pietro. Il periodico nasce per combattere la cosiddetta cultura dello scarto, dare voce a chi non ne ha e alimentare l’amicizia e la fraternità come recita il sottotitolo del periodico.

A Napoli e a Palermo è presente Facci un salto, bimestrale dell’omonima associazione culturale, un giornale di strada che divulga cose belle e propone opportunità di riscatto.

A Bressanone, in Alto Adige, è presente dal 2014 la testata bilingue Zebra che offre a persone in condizioni di marginalità la possibilità di ottenere un piccolo guadagno con un’attività dignitosa. Zebra, o Strassenzeitung Zebra, è edito da Organizzazione per un mondo solidale.

A Foggia in strada c’è il mensile Foglio di via edito dall’associazione di volontariato Fratelli della Stazione. Anche questo periodico offre un’occasione di reddito per i diffusori che, attraverso la distribuzione del giornale per le vie cittadine, riescono a svolgere una vera e propria attività lavorativa.

Dopo decenni di presenza continua sul mercato editoriale – almeno per Fuori Binario – crediamo sia opportuno un passo avanti, soprattutto in presenza di questa variopinta e interessante molteplicità di testate.

Che fare?

Per non disperdere tanta ricchezza potremmo sviluppare e consolidare i rapporti fra le varie testate. Conoscersi tutti, conoscersi meglio per condividere riflessioni e considerazioni, esperienze e fallimenti, successi e passi falsi. Per condividere campagne simili o per non disertare aree e argomenti da presidiare.

Incontrarsi per conoscersi: chi siamo, cosa facciamo, come operiamo… aggiornando il confronto che avvenne proprio a Firenze nel 2014, nel Parco di San Salvi, con il primo seminario nazionale dei Giornali di Strada, e magari per mettere a fuoco in piena autonomia e con argomenti e metodi propri, alcuni obiettivi comuni.

Un’occasione potrebbe presentarsi la primavera prossima: perché non utilizzare il trentennale della prima uscita di Fuori Binario per organizzare e promuovere un incontro fra le varie testate dei giornali di strada? Un’occasione propizia per incontrarsi, conoscersi e crescere insieme.

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